I Fondamenti Della Bibbia
Studio 10: La vita in Cristo
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10.7 La nostra associazione

Il termine greco tradotto con "comunanza" e "comunione" descrive fondamentalmente la condivisione di qualcosa: comune-unione. La parola comunione ha la stessa radice etimologica della parola comunicazione. Conoscendo e seguendo i precetti del Signore, creiamo una comunanza con lui e con tutti quelli che come noi sono "in Cristo". Spesso si dimentica che è nostro dovere costruire un rapporto di comunanza con gli altri: "Non scordatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, (comunanza)" (Ebr.. 13:16). Fil. 1:5 parla di "cooperazione alla diffusione del Vangelo"; la base della nostra comunanza sono quindi i dogmi del vero vangelo. Per questa ragione la comunanza tra noi veri credenti è molto più forte di quella di altre organizzazioni o chiese. Grazie a questa comunanza alcuni di noi macinano chilometri pur di stare assieme o di andare a trovare un credente isolato, e facciamo buon uso delle poste e del telefono ove possibile. Paolo parla di "comunanza di spirito" (Fil.. 2:1), cioè la comunanza basata sulla nostra comune obbedienza allo spirito/pensiero di Dio, come rivelato dal suo Spirito/parola.

Una delle maggiori espressioni della nostra comunanza è partecipare al rito della comunione insieme. I primi credenti "Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere... spezzavano il pane … con letizia e semplicità di cuore" (Atti 2:42,46). Condividendo i simboli che rappresentano il fulcro della nostra speranza ci leghiamo l’uno all’altro con "semplicità di cuore". "Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione (condivisione) con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane", cioè Cristo (Cor. 1, 10:16,17). Pertanto abbiamo l’obbligo di condividere i simboli del sacrificio di Cristo con tutti coloro che beneficiano della sua opera, che sono "partecipi dell'unico pane". Solo coloro che sono stati correttamente battezzati in Cristo, dopo aver conosciuto la verità, sono in questa posizione e sarebbe offensivo nei confronti dei simboli del sacrificio condividerli con persone che non fanno parte di questo gruppo.

La nostra comunanza con Dio, Cristo e gli altri credenti non dipende solo dal nostro comune assenso alle verità dottrinali che compongono "una sola fede". Anche il nostro stile di vita deve essere coerente con i principi espressi in essa. "Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato" (Giov. 1, 1:5-7).

Da ciò dovrebbe essere evidente che la comunanza cessa quando un credente inizia a seguire altre dottrine o conduce una vita apertamente contraria agli insegnamenti della Bibbia: "non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente" (Ef. 5:11). Bisogna combattere tenacemente per farli ritornare indietro prendendo come modello il buon pastore che cerca la pecorella smarrita (Lc. 15:1-7).

Uno dei passaggi più significativi sulla comunanza è presente nella seconda lettera ai Corinzi, 6:14-18: "Non lasciatevi legare al giogo estraneo degli infedeli. Quale rapporto infatti ci può essere tra la giustizia e l'iniquità, o quale unione tra la luce e le tenebre...Perciò uscite di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore... E io vi accoglierò, e sarò per voi come un padre, e voi mi sarete come figli e figlie, dice il Signore Onnipotente". Come abbiamo detto la parola di Dio è luce. Questi versi spiegano perché non dovremmo entrare in comunione con le chiese che insegnano false dottrine, perché non dovremmo sposare coloro che non conoscono la verità, e dovremmo sfuggire le tentazioni del mondo. In virtù del fatto che ci siamo separati dal mondo avremo l’incredibile onore di diventare figli e figlie di Dio, parte di una famiglia mondiale composta da tutte le persone che hanno questa stessa comunanza, cioè i nostri fratelli e sorelle. Esiste "un solo corpo", ovvero una sola chiesa (Ef. 1:23), basata su coloro che partecipano alla stessa speranza, un solo Dio, un solo battesimo "una sola fede", cioè un unico complesso di dogmi che costituisce la sola fede (Ef. 4:4-6). Non si può fare parte di questo unico "corpo" e contemporaneamente appartenere ad altre organizzazioni religiose che non aderiscono alla vera fede. Poiché la luce non ha comunanza con le tenebre, ci collochiamo automaticamente nelle tenebre se scegliamo di appartenere alle tenebre.

Dopo la lettura di questi studi credo sia impossibile mantenere una via di mezzo nel nostro rapporto con Dio. Per mezzo del battesimo siamo dentro di lui, altrimenti siamo fuori. In ragione della nostra comprensione della vera dottrina e della nostra obbedienza ad essa siamo nella luce, altrimenti cammineremo nelle tenebre. Non si possono tenere due piedi in una scarpa.

La conoscenza di queste cose ci rende automaticamente responsabili verso Dio. D'ora in poi non cammineremo per le strade e non potremmo vivere come un uomo qualsiasi. Dio è in trepidante attesa della nostra risposta. Sia lui che il Signore Gesù e tutti i veri credenti "desiderano" che voi facciate la scelta giusta. Ma per quanto Dio, Cristo e noi stessi possiamo fare il possibile per aiutarvi (Dio è addirittura arrivato al punto di fare morire il suo unico figlio per noi) alla fine la vostra salvezza dipende solo dalla vostra libera scelta di unirvi alla grande Speranza che ora vi è stata offerta. Quindi vi preghiamo di battezzarvi e di seguire questa strada. Se scrivete all’indirizzo riportato all’inizio di questo libro, saremo felici di organizzarlo per voi.


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